Medieval archaeology

I corredi restituiti dalle tombe di contrada Stefanelli comprendono materiale sia di produzione indigena, essenzialmente ornamenti di bronzo e vasi di ceramica ad impasto, sia di produzione greca.
Oltre alla tradizionale ceramica di impasto, analoga a quella nota nella più antica necropoli di Canale, ma qui talvolta realizzata con la nuova tecnica del tornio, i corredi sepolcrali comprendevano anche ceramica greca del VII sec. a.C., sia importata dalla madrepatria (soprattutto Corinto), sia di produzione coloniale, cioè locrese.
Comuni anche gli ornamenti di bronzo:fibule (spille per trattenere le vesti), ferma trecce, costituiti da nastri o fili di bronzo avvolti a spirale, anelli, per le dita sia delle mani sia dei piedi, e bracciali, portati ai polsi e sugli avambracci.
Fra i rinvenimenti più importanti la rappresentazione schematica in bronzo di una coppia abbracciata, oggetto che sappiamo veniva portato al collo appeso a una catenella, probabilmente un amuleto legato alla propiziazione della fertilità.
Oggetti di questo tipo, tipici dell'età del ferro calabrese, provengono da vari altri contesti funerari della regione: Torre Mordillo (CS), Torano Castello, Castiglione Paludi, Francavilla Marittima, Crichi -Simeri, Oppido Mamertina.
Fra gli oggetti di maggiore rilevanza alcuni scarabei, probabilmente di fabbricazione siro-fenicia:presenti esclusivamente nelle tombe femminili e infantili, dovevano essere utilizzati come amuleti per propiziare la fertilità femminile e la salute infantile, come dimostra anche il loro rinvenimento, in Grecia e in vicino Oriente, in santuari di divinità che tutelano questi due aspetti della vita umana.
Altra testimonianza dei contatti con il resto del Mediterraneo, un bracciale d'avorio realizzato sezionando una zanna di elefante, ulteriore dimostrazione della prosperità di questa comunità, che poteva permettersi l'acquisto di oggetti di lusso tipici dell'artigianato orientale.

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